Scene dal campo di battaglia dell’estetica

A distanza di secoli e con un linguaggio diversissimo mi viene da dire che Vignali riproponga la lezione di Paolo Uccello nel suo nodo centrale, precipitando l’insieme guerresco nella finzione assoluta. Se in Paolo Uccello il campo di battaglia era una precisa congerie di linee astratte e di colori araldici unificati dalla visione rinascimentale dello spazio, in Vignali è un composito campo in cui convivono i relitti estetici di epoche diverse, unificato da un linguaggio espressionista che organizza lo spazio al modo di una tromba d’aria. Ma in tutti e due i casi ciò che ne viene fuori è una pura astrazione. Ambedue ci dicono con una chiarezza rara che l’estetica svela la guerra a sé stessa rendendola irrappresentabile, cioè trasformandola in una pura finzione.

Enrico Mascelloni